Le persone e le tradizioni che gravitano intorno al polo attrattivo dell’Etna meritano un ecomuseo proprio: popoli forti e determinati che si relazionano con la montagna dall’alba dei tempi, creando stabilimenti e costruendo le proprie case, i propri monumenti e i propri luoghi di culto, dove nessuno aveva mai nemmeno sognato in precedenza. Abili nell’arte della manifattura di varia tipologia, e nell’artigianato, capaci di resistere alle condizioni estreme della vita ad alta quota. Da Acireale a Taormina, dalla pianura di Catania a Linguaglossa, passando per i vari comuni dell’hinterland acese.
Sono queste le terre modellate da questa antica popolazione, con influenze greche, romane, bizantine, arabe, normanne e spagnole, ma sempre unita con l’obiettivo di trovare terreni da coltivare, creare nuove comunità di aggregazione e di culto, e nuove alleanze tra cittadini e territorio, che si rinnovano fino ad oggi.
Così l’Ecomuseo del Cielo e della Terra interessa le terre e i Comuni alle pendici del nostro amato vulcano, partendo dai cinque Comuni delle Terre di Aci (la stessa Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Valverde) ed estendendosi fino ai territori di Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Mascali, Milo, Piedimonte Etneo, Randazzo, Sant’Alfio.
L’Ecomuseo partecipa attivamente alla promozione della necessità di comprendere meglio il rapporto tra paesaggio, territorio e identità. Uno dei massimi esperti di paesaggi italiani, il geografo Eugenio Turri, ha evidenziato il duplice ruolo che l’uomo ha nei confronti del paesaggio attraverso l’uso di un’interessante metafora: quella del paesaggio come teatro. Come attori, le persone influenzano il paesaggio modificandolo. Come spettatori, sono testimoni delle sue numerose trasformazioni e godono di panorami, panorami e siti. Queste due prospettive sono profondamente interconnesse.
Turismo, inclusione sociale, innovazione nello sviluppo, cittadinanza partecipata, aspettative del turista: l’Ecomuseo del Cielo e della Terra opera sul territorio per individuare buone e riproducibili pratiche in relazione a edifici, insediamenti, ambiente, relazioni e partecipazioni di sussidiarietà, ecc. al fine di promuovere criteri e forme innovative di trasformazione sostenibile. Infatti, intraprendere processi di ri-territorializzazione è una priorità in terre come la nostra, dove la cura e l’attenzione per il paesaggio non sempre sono una priorità. Sappiamo che l’identità dei luoghi e il rapporto virtuoso tra una comunità e l’ambiente circostante dovrebbero essere migliorati: così, il progetto dell’Ecomuseo del Cielo e della Terra contribuisce alla cura del paesaggio, di cui la comunità locale riconosce il valore grazie ad una rinnovata socialità. L’Ecomuseo un ruolo importante nel processo di ripopolamento delle aree marginali (campagne, percorsi naturalistici, ma anche spazi meno privilegiati, lontani dai circuiti turistici e dai canali di commercio mainstream ), e nello sviluppo urbano, attraverso il coinvolgimento dei cittadini residenti.
Questi temi spesso combinano stili di vita sostenibili, capacità innovative e acuta sensibilità alle espressioni culturali della tradizione locale.
In virtù del patto stretto con gli abitanti di questi territori, veri attori protagonisti delle vicende conservative e fruitive del patrimonio culturale, l’Ecomuseo del Cielo e della Terra si pone l’obiettivo di realizzare interventi nell’ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo, guardando sia al turismo religioso che alle diverse testimonianze materiale del patrimonio culturale presenti sul territorio coinvolto dall’Ecomuseo del Cielo e della Terra, di grande interesse per quanto riguarda la tradizioni, o dal punto di vista architettonico, oppure con uno sguardo rivolto verso alla manifattura, fino ad arrivare anche a coinvolgere nelle proprie attività i punti di interesse naturalistico e legati allo sviluppo economico. Questa rete distribuita si adatta facilmente al concetto fondamentale di ecomuseo di “territorio” come confine attorno a un patrimonio, una memoria e una comunità condivisi. La gestione del territorio protetto come quello inglobato sotto l’ala dell0Ecomuseo segue il corso un project management che lavora con la comunità locale e gli artisti, con il suggerimento che che la parola territorio potrebbe non essere appropriata: il nostro è un “spazio”, parola ancora migliore per il contesto geografico del nostro Ecomuseo.
La comunione di obiettivi e le sinergie abilitate da tutti i partner di questa regione hanno consentito di creare contributi culturalmente ed educativamente convergenti delle comunità coinvolte. Questo perché la conoscenza, l’elevazione, i valori religiosi di questo territorio comportano un complesso processo di “decodificazione” e un approccio interdisciplinare capace di integrare la ricerca e la conoscenza di molti aspetti del patrimonio culturale e artistico, dei beni materiali e immateriali.