Lì dove si estendeva il Bosco di Aci, nello scenario dell’attuale Riserva Naturale della Timpa, arrivarono le colate laviche dell’Etna del 394 a.c. In uno degli anfratti a scorrimento lavico, « A rutta» per gli acesi, troviamo incastonato il Presepe Settecentesco, opera di straordinaria bellezza ed importanza storica ed etnoantropologica, che custodisce un prezioso presepe, unico nel suo genere, con personaggi ad altezza naturale e con il volto e le mani in cera e fusione fra arte e natura e luogo, simbolo delle locali tradizioni culturali. Circa 300 metri più in basso, all’imbocco della via Malascesa, si apre un sentiero, caratterizzato da un forte pendio, che era abitualmente frequentato dai pescatori che portavano il pescato da Santa Maria la Scala ad Acireale per la vendita. Raggiunto «u Scalu Ranni» – attraverso le folkloristiche discese di Via Malfa e via Floristella – è possibile visitare la garitta della Pietra Sarpa che domina la baia della Grotta delle Colombe, unica nel suo genere per la presenza di basalti colonnari.

Risaliamo ad Acireale seguendo il percorso, nel tempo e nello spazio, che si sviluppa lungo la Riserva Naturale Orientata della Timpa di Acireale, fino ad arrivare alle cosiddette “Chiazzette”. Percorrendo la «trazzera» medievale, immersa tra il giallo degli alberi di limoni profumati, camminiamo a fianco dell’antica «saia» accompagnati dallo scroscio delle acque di alcune sorgenti naturali che un tempo, con una portata più abbondante, permisero un‘apprezzabile espansione socio-economica dell’area consentendo, dal 1300 fino al 1960 circa, il funzionamento di 15 Mulini ad acqua. Tra i diversi i punti d’interesse: un mulino, restaurato ed abitato, con le acque che corrono tra i “papiri” e da dove intravediamo l’antica mulattiera utilizzata per portare il grano alla macina e poi all’ex Fondaco; e il punto più alto del nostro percorso, per godere dello stupendo panorama che corre dalla zona dei mulini, dell’azzurro mare Jonio fino ad Acireale.