Con partenza dalla «Rutta», e dall’adiacente Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, ha inizio un cammino fatto di spiritualità, storia ed arte.
Ogni due di luglio, fin dal XVII secolo, l’edicola votiva è oggetto di pellegrinaggio, sia del clero che del popolo, per venerare la Madonna; fu proprio dopo una preghiera a Maria, in un sabato d’agosto nel 1741, che ha inizio la storia del Presepe Settecentesco. A seguito di un temporale, don Mariano Valerio, prete acese, trovò riparo in una grotta, che gli ricordò tanto quella di Betlemme da realizzarci un presepe. Undici anni dopo, all’alba del 24 dicembre 1752, si celebrò una prima messa in omaggio al Bambinello di Sancta Maria ad Praesepe, e ancora oggi, il Presepe, presso la Parrocchia di Santa Maria della Neve, racconta la storia della Natività.
Continuiamo verso la chiesetta di Santa Venera al Pozzo, il cui culto, di origini antichissime, nasce nella contrada omonima dove, un tempo, si celebravano festività e riti sacri pagani. Non è da escludere l’ipotesi che un luogo di culto dedicato alla martire sia stato costruito già in epoca paleocristiana. La leggenda vuole che Santa Venera, dopo la morte dei genitori, si fosse dedicata all’assistenza dei poveri e dei malati; durante la sua opera di conversione subì atroci torture da cui ogni volta il Signore la risanava mentre gli aguzzini si convertivano. La martire morì decapitata a 43 anni, il 26 luglio del 143, giorno della sua festa liturgica. Sul finire del Medioevo gli abitanti di Acireale ne reclamarono le reliquie e nel 1651, quando queste furono trionfalmente trasferite a quella che oggi è la Cattedrale, la città l’acclamò come patrona principale.
Lasciato il sito archeologico ci dirigiamoverso Aci San Filippo per raggiungere il tempio dedicato alla Madonna dell’Oreto: sembra che la costruzione delchiesetta provenga dalla devozione di alcuni palermitani insediati nell’acese intorno al 1589, e che il nome derivi dal fiume Oreto, che scorre a Palermo, dalle cui acque furono tratti in salvo alcuni cristiani. Il nostro percorso continua poi fino alla Basilica di San Filippo d’Agira ad Aci San Filippo: storicamente, il piccolo borgo di San Filippo di Carchina, più sicuro dei villaggi della costa, ospitava la chiesa dedicata al santo che, nel tempo, cresce nell’impianto così come d’importanza tanto che, nel 1570, il vescovo di Catania la eleva a «Matrice di tutte le altre chiese di Aci».
Dell’antica chiesa, costruita nel corso del Quattrocento e del Cinquecento e rasa al suolo dal terremoto del 1693, rimane qualche traccia nel campanile e nelle mura absidali. L’attuale tempio, in pietra bianca di Siracusa, evoca lo stesso stile di buona parte delle chiese siciliane del Settecento.
Dopo la visita alla chiesa si procederà a quella del museo Benedetto XVI, che ospita una pregevole tavola raffigurante San Nicola di Bari appartenente alla scuola di Antonello da Messina, e recentemente attribuita allo stesso Maestro. Raggiungiamo ora l’Eremo di Sant’Anna, santuario in cui il 26 luglio si celebra la festa di Sant’Anna, madre della beata vergine Maria. Durante la liturgia ricevono una speciale benedizione tutte le donne in dolce attesa. L’eremo fu costruito nel 1751 per opera del frate Rosario Campione.